Gianfranco Tognarelli

 

Gianfranco Tognarelli evade dalla concezione naturalistica della forma per vagare liberamente nel proprio mondo fantastico in cui l’accentuato vitalismo e il cromatismo sono nettamente espressionisti.

Le forme, dissolte dall’uso di colori piatti stesi in larghe campiture, risultano animate talvolta da strisce bianche curveggianti e vorticose.

Il colore dunque è il mezzo essenziale di espressione e di indagine.

In riferimento alla grafica di Tognarelli, Nicola Micieli ne definiva l’approccio intimista nei confronti della realtà. In effetti le tele di Tognarelli rivelano una natura poetica alla cui origine vi è un’indagine vivamente sentita e che nella traduzione pittorica, si traduce in analogia armoniosa.

Tognarelli descrive uno spazio dinamico che esalta non tanto il movimento o lo spostamento, ma l’impulso. Superfici sulle quali la materia pittorica si distende e si addensa in contrasti ritmati da pennellate che suggeriscono movimento: immediata eco di emozioni, sentimenti, allucinazioni fantastiche in cui è presente la lezione plastico-cromatica di Cèzanne.

 

     Silvia Guidi  2003