Gianfranco Tognarelli |
GALLERIA IL GABBIANO _ GALLARATE _ 1975
Tognarelli ci da l’esempio di quanto sia importante la pura essenzialità pittorica,che non si può inventare e che, tuttavia è necessaria ed insostituibile, anziché teorizzare mondi poetici in astratto. A Tognarelli interessa soprattutto il rapporto fra l’artista e la realtà, nel senso particolare della reazione che essa può provocare sull’uomo artista; una realtà intesa come presenza fisica di fatti e di esperienze. Si serve del tono come mezzo che può portarlo a definire forme ed immagini, individuandone le tensioni e i rapporti di forza, suscitando quindi una presenza reale della realtà e non il reale come “storia sentimentale” cogliendo al tempo stesso il sentimento della sua instabilità. Da qui si può capire quanto l’osservazione della realtà sia una prima necessità per il nostro pittore, direi quanto il lento respiro, perché appunto, in questa sa scoprire misure ed articolazioni del complicato moto musicale, in una gamma di mezzi toni densamente carichi di poesia. Questo, a me pare, il suo concetto della realtà, da dover subito evidenziare, perché mi sembra doveroso parlare di una pittura che va dritta in una direzione, con ripensamenti ma senza traumi o incomprensibili deviazioni, conquistando tenacemente una propria fisionomia. La sua certezza è frutto di una attiva ricerca attraverso esperienze ben coordinate, senza peraltro trascurare tecniche a lui non congeniali, ma necessarie quando si deve, con particolare attenzione, veder chiaro anche in quello che vediamo per trarne il meglio. Fiducia quindi nei valori poetici offertici dalla natura nella totalità del suo essere, e una poesia altrettanto virile, sana ed aperta ad ogni vibrazione. Marcello Frosini |